I campioni di Terre de la Custodia nella degustazione di Luca Gardini, top sommelier
Classe 1981, nato a Cervia, Luca Gardini fa parte dell’olimpo degli assaggiatori di vino italiani. Il suo nome sale alla ribalta nel 2010 quando vince la WSA, Worldwide Sommelier Association, gli assegna il titolo di Miglior sommelier del mondo nella cornice del teatro Bellas Artes di Santo Domingo nella Repubblica Dominicana. Già nel 2004, Gardini si era laureato miglior sommelier d’Italia e, nel 2009, miglior sommelier europeo. Un cammino da “predestinato”, potremmo dire senza esagerare. Con esperienze professionali importanti all’Enoteca Pinchiorri e al ristorante Cracco fino al 2011. Negli ultimi anni, da battitore libero, si è dedicato a diversi progetti in proprio.
È chiaro dunque il motivo per cui Terre de la Custodia abbia scelto Gardini per guidare la masterclass svoltasi il 7 giugno scorso, nel primo giorno dell’anteprima del Montefalco Sagrantino 2017. Sul tavolo dei giornalisti e dei blogger presenti, una selezione delle etichette più rappresentative dell’azienda agraria con sede a Gualdo Cattaneo: dal Grechetto al Montefalco Rosso, dal Merlot al Sagrantino, dalla riserva al passito. Veri e propri campioni della viticoltura umbra. Ecco di seguito i risultati della degustazione.
Grechetto di Montefalco Doc 2019
Il Grechetto è un vitigno tipico dell’Umbria. Il 2019 è stata l’annata dell’equilibrio per i vini bianchi in tutta Italia. Lo stesso si può dire di questo Grechetto, che ha goduto di un grande annata e di una raccolta di uve perfette. Il colore è un mix originale di riflessi verdi e riflessi dorati. Alla vista emerge una massa compatta, definita da una densità che promette una ricca polpa. Il naso è molto ricco e, per la sua estrema pulizia, tradisce un grande lavoro in vigna e in cantina. Profumi di kiwi, di lime e di frutta gialla con un tocco selvatico di alloro e di rosmarino raccontano un naso fresco e iodato, con sensazioni un po’ sassose. In bocca è teso e verticale come una freccia, offre un retrogusto di mela verde e una patina di sale sulla lingua che crea corrispondenze con la parte acida. Finale è tipico, di mandorla fresca. Invita a bere il secondo sorso.
Montefalco Rosso Doc 2018
Il vino è un blend di Sangiovese (60%) e altri vitigni rossi d'eccellenza. Il 2018 è un’annata sottovalutata ma in questo prodotto si ritrovano grandi qualità, soprattutto con riguardo al potenziale di invecchiamento e alla presenza del frutto. Il colore è un rubino bello luminoso. Nel calice mostra grande spessore: gira compatto ma poi scende piano. Annuncia una vena acida bella presente. Al naso fanno capolino diversi profumi: la fragola macerata (tipica del Sangiovese), il tocco selvatico di pepe rosa e di ginepro, e il mallo della noce. Tutti i vitigni sono presenti con la loro identità. Il naso resta molto pulito.
In bocca si avverte una piacevole punta di amaro, provocata dall’acidità, e aromi di erba officinale tipici del Sagrantino, di nuovo il ginepro del Montepulciano, quella nota di rabarbaro che lo rende interessante. Il vino si caratterizza per rigore stilistico, pulizia e riconoscibilità. “Avere vini puliti con costanza è importante”, ricorda Gardini.
Merlot 2016 Farchioni Riserva Colli Martani Doc
Il 2016 è una delle più grandi annate italiane, a tutte le latitudini, dal Barolo al Brunello, caratterizzata dall’immediatezza e da un’impronta stilistica ben definita del vino. Il colore è rubino vino, c’è grande intensità nel bicchiere. Nei grandi Merlot - proprio come questo - arriva prima il frutto e poi la sensazione balsamica. Ci sono profumi di ribes, di mora selvatica, di menta fresca, di peonia e note di radice di liquirizia, di china, di nespola. In bocca il tannino è teso, croccante, sapido. Il retrogusto richiama l’arancia sanguinella. Avverti la profondità non senti l’alcol. “Un grande merlot, bravi!”, conclude Gardini.
Rubium Montefalco Rosso Riserva Doc 2015
Un prodotto a base di Sangiovese e altre varietà a bacca rossa. Quelli del 2015 sono vini caldi e di spessore. Nel calice c’è un bel colore luminoso. Il naso propone profumi molto netti e precisi: quando i vini sono puliti vuol dire che si lavora bene. Accanto alla nota fresca si avverte quella iodata di salamoia tipica dell’oliva. Tra i profumi ci sono quelli speziati (noce moscata, anice stellato) quelli della frutta, presente con la susina fresca e la prugna, quelli balsamici dell’eucalipto. Il sorso è pieno pieno, molto interessante per l’impronta calorica della terra. A ciò si aggiungono la vena acida del Sangiovese. Retrogusto di salamoia e di torrefazione. Sapido e salino, ti invita al secondo sorso. Il tannino che non asciuga si caratterizza per la maturazione fenolica perfetta. In conclusione, una perfetta congruenza tra l’annata e il vino, all’insegna dello spessore.
Montefalco Sagrantino Docg 2016
Come dice Gardini, “il Sagrantino devi spiegarlo bene. È un vitigno molto longevo, a volte un po’ chiuso, compatto e duro ma questo è un grande vino…”. Il colore è compatto ma con una bella trasparenza. Nel calice mostra spessore notevole. La componente alcolica è importante, ma non la senti. Il naso è compatto e tipico con odori di prugna e oliva taggiasca in salamoia, note di carrubo molto fini e di fiori in macerazione (violetta e rosa). Il palato è pieno, ampio, con aromi di macchia mediterranea, muschio, terra. Ritorna anche la parte amarognola dell’oliva. E poi c’è la parte salina che dona bevibilità. Si sente l’affinamento ma non il legno che invade. Conclude Gardini: “15 gradi e non sentirli, grande pulizia!”.
Melanto Montefalco Sagrantino Passito 2015 Docg
Anche i rossi passiti meritano uno spazio. Questo è un vino coerente e molto ben riuscito. Il naso è complesso: prugna appassita, note di torrefazione (prevalentemente cacao), odori di sottobosco, di funghi secchi, di fiori macerati (rosa, gelsomino, gerani). In bocca non è stucchevole, ma c’è tutta l’identità e la riconoscibilità del Sagrantino. Retrogusto di fungo porcino e una bella vena acida che lo rendono molto piacevole e bevibile.
Exubera Montefalco Sagrantino Docg 2009
Le uve provengono da vigne del 1998 site su terreni argillosi e, in parte, ricchi di lignite. Affinamento di 24 mesi di barrque nuove più otto anni di bottiglia. Il 2009 è stata un’annata contratta che ha dato vini un po’ chiusi. Il colore è rubino al centro e granato sull’unghia. Al naso profumi di prugna matura, tabacco, sensazioni balsamiche pervasive. Un naso verticale che si apre in una esplosione balsamica e rilascia l’acidità del cacao. In bocca, il tannino è, allo stesso tempo, acido (asciuga) e salato (fa salivare). Dice Gardini: “i 12 anni di invecchiamento sono già tanti e dimostrano che questo è un vitigno longevo, caratterizzato da vena acida e freschezza". Nel finale note di china, rabarbaro e carruba. Lunga persistenza.
È chiaro dunque il motivo per cui Terre de la Custodia abbia scelto Gardini per guidare la masterclass svoltasi il 7 giugno scorso, nel primo giorno dell’anteprima del Montefalco Sagrantino 2017. Sul tavolo dei giornalisti e dei blogger presenti, una selezione delle etichette più rappresentative dell’azienda agraria con sede a Gualdo Cattaneo: dal Grechetto al Montefalco Rosso, dal Merlot al Sagrantino, dalla riserva al passito. Veri e propri campioni della viticoltura umbra. Ecco di seguito i risultati della degustazione.
Grechetto di Montefalco Doc 2019
Il Grechetto è un vitigno tipico dell’Umbria. Il 2019 è stata l’annata dell’equilibrio per i vini bianchi in tutta Italia. Lo stesso si può dire di questo Grechetto, che ha goduto di un grande annata e di una raccolta di uve perfette. Il colore è un mix originale di riflessi verdi e riflessi dorati. Alla vista emerge una massa compatta, definita da una densità che promette una ricca polpa. Il naso è molto ricco e, per la sua estrema pulizia, tradisce un grande lavoro in vigna e in cantina. Profumi di kiwi, di lime e di frutta gialla con un tocco selvatico di alloro e di rosmarino raccontano un naso fresco e iodato, con sensazioni un po’ sassose. In bocca è teso e verticale come una freccia, offre un retrogusto di mela verde e una patina di sale sulla lingua che crea corrispondenze con la parte acida. Finale è tipico, di mandorla fresca. Invita a bere il secondo sorso.
Montefalco Rosso Doc 2018
Il vino è un blend di Sangiovese (60%) e altri vitigni rossi d'eccellenza. Il 2018 è un’annata sottovalutata ma in questo prodotto si ritrovano grandi qualità, soprattutto con riguardo al potenziale di invecchiamento e alla presenza del frutto. Il colore è un rubino bello luminoso. Nel calice mostra grande spessore: gira compatto ma poi scende piano. Annuncia una vena acida bella presente. Al naso fanno capolino diversi profumi: la fragola macerata (tipica del Sangiovese), il tocco selvatico di pepe rosa e di ginepro, e il mallo della noce. Tutti i vitigni sono presenti con la loro identità. Il naso resta molto pulito.
In bocca si avverte una piacevole punta di amaro, provocata dall’acidità, e aromi di erba officinale tipici del Sagrantino, di nuovo il ginepro del Montepulciano, quella nota di rabarbaro che lo rende interessante. Il vino si caratterizza per rigore stilistico, pulizia e riconoscibilità. “Avere vini puliti con costanza è importante”, ricorda Gardini.
Merlot 2016 Farchioni Riserva Colli Martani Doc
Il 2016 è una delle più grandi annate italiane, a tutte le latitudini, dal Barolo al Brunello, caratterizzata dall’immediatezza e da un’impronta stilistica ben definita del vino. Il colore è rubino vino, c’è grande intensità nel bicchiere. Nei grandi Merlot - proprio come questo - arriva prima il frutto e poi la sensazione balsamica. Ci sono profumi di ribes, di mora selvatica, di menta fresca, di peonia e note di radice di liquirizia, di china, di nespola. In bocca il tannino è teso, croccante, sapido. Il retrogusto richiama l’arancia sanguinella. Avverti la profondità non senti l’alcol. “Un grande merlot, bravi!”, conclude Gardini.
Rubium Montefalco Rosso Riserva Doc 2015
Un prodotto a base di Sangiovese e altre varietà a bacca rossa. Quelli del 2015 sono vini caldi e di spessore. Nel calice c’è un bel colore luminoso. Il naso propone profumi molto netti e precisi: quando i vini sono puliti vuol dire che si lavora bene. Accanto alla nota fresca si avverte quella iodata di salamoia tipica dell’oliva. Tra i profumi ci sono quelli speziati (noce moscata, anice stellato) quelli della frutta, presente con la susina fresca e la prugna, quelli balsamici dell’eucalipto. Il sorso è pieno pieno, molto interessante per l’impronta calorica della terra. A ciò si aggiungono la vena acida del Sangiovese. Retrogusto di salamoia e di torrefazione. Sapido e salino, ti invita al secondo sorso. Il tannino che non asciuga si caratterizza per la maturazione fenolica perfetta. In conclusione, una perfetta congruenza tra l’annata e il vino, all’insegna dello spessore.
Montefalco Sagrantino Docg 2016
Come dice Gardini, “il Sagrantino devi spiegarlo bene. È un vitigno molto longevo, a volte un po’ chiuso, compatto e duro ma questo è un grande vino…”. Il colore è compatto ma con una bella trasparenza. Nel calice mostra spessore notevole. La componente alcolica è importante, ma non la senti. Il naso è compatto e tipico con odori di prugna e oliva taggiasca in salamoia, note di carrubo molto fini e di fiori in macerazione (violetta e rosa). Il palato è pieno, ampio, con aromi di macchia mediterranea, muschio, terra. Ritorna anche la parte amarognola dell’oliva. E poi c’è la parte salina che dona bevibilità. Si sente l’affinamento ma non il legno che invade. Conclude Gardini: “15 gradi e non sentirli, grande pulizia!”.
Melanto Montefalco Sagrantino Passito 2015 Docg
Anche i rossi passiti meritano uno spazio. Questo è un vino coerente e molto ben riuscito. Il naso è complesso: prugna appassita, note di torrefazione (prevalentemente cacao), odori di sottobosco, di funghi secchi, di fiori macerati (rosa, gelsomino, gerani). In bocca non è stucchevole, ma c’è tutta l’identità e la riconoscibilità del Sagrantino. Retrogusto di fungo porcino e una bella vena acida che lo rendono molto piacevole e bevibile.
Exubera Montefalco Sagrantino Docg 2009
Le uve provengono da vigne del 1998 site su terreni argillosi e, in parte, ricchi di lignite. Affinamento di 24 mesi di barrque nuove più otto anni di bottiglia. Il 2009 è stata un’annata contratta che ha dato vini un po’ chiusi. Il colore è rubino al centro e granato sull’unghia. Al naso profumi di prugna matura, tabacco, sensazioni balsamiche pervasive. Un naso verticale che si apre in una esplosione balsamica e rilascia l’acidità del cacao. In bocca, il tannino è, allo stesso tempo, acido (asciuga) e salato (fa salivare). Dice Gardini: “i 12 anni di invecchiamento sono già tanti e dimostrano che questo è un vitigno longevo, caratterizzato da vena acida e freschezza". Nel finale note di china, rabarbaro e carruba. Lunga persistenza.